Bitcoin e altre criptovalute; ma ad oggi vengono usate solo per affari illeciti?

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C’è chi, sul Bitcoin, ci ha già scommesso tutto ciò che ha.

In alcuni Paese le criptovalute hanno di fatto soppiantato la moneta nazionale e almeno uno Stato sovrano (El Salvador)  li ha riconosciuti ed adottati formalmente come moneta di uso corrente.

La Cina, invece, li ha banditi.

Le Banche Centrali e le grandi Banche d’affari li hanno inizialmente snobbati; negli ultimi anni ne hanno però riconosciuto l’esistenza – sempre con una visione scettica e critica- e sempre più sono quelle che hanno creato portafogli di investimenti  che pian piano introducono Bitcoin ed altre criptovalute in misura sempre più importante.

Se fino a 4-5 anni fa erano davvero in pochi a conoscere l’esistenza di Bitcoin oggi chiunque abbia ascoltato un semplice telegiornale ne ha sicuramente sentito parlare ; non è raro, difatti, sentire la sua quotazione del Bitcoin unitamente a quella del dollaro, del petrolio e dell’oro

Ma quante persone davvero possiedono Bitcoin?

Quanti possono dire di averli e essere in grado di utilizzarli per transazioni economiche?

Ma i pagamenti (gli scambi) di Bitcoin sono vietati? …a questa domanda rispondo subito: assolutamente no!

In Italia, fin dal 2017 , c’è una cittadina dove si utilizzano come fossero Euro.

A Rovereto, infatti, si contano oltre 70 attività fra locali, pizzerie e dentisti che accettano Bitcoin per i propri servizi. Il titolare di un bar li usa addirittura per pagare i suoi dipendenti, i quali li accettano di buon grado. Teniamo conto che uno stipendio pagato in BItcoin a Agosto 2017, per un valore di Euro 1200 (ai tempi circa 1/3 di BTC) , si troverebbe oggi ad avere un  controvalore di circa 14.000 Euro!

Ma come si fa a comperare un Bitcoin?

La legge italiana come regola il loro utilizzo?

Cosa bisogna fare per usarli correntemente negli scambi di tutti i giorni e con l’estero?

Il wallet digitale

Un wallet digitale (ossia un portafoglio virtuale di Bitcoin)  permette creare indirizzi pubblici e memorizza la chiave privata sicura che sarà nota al solo titolare ed utilizzata dallo stesso per autorizzare le transazioni.

L’indirizzo pubblico permette a chiunque vi abbia interesse di vedere che c’è un “portafogli” abilitato a fare entrare (o far uscire) valute digitali; ma nessuno, ovviamente (ad esclusione del suo titolare) potrà  sapere cosa (quanto) c’è dentro in quel portafoglio.

Il titolare del portafogli (del wallet) è l’unico a conoscere la chiave privata  che permette di “entrare” nel portafogli e dare vita alle operazioni ; pagamenti effettuati, accettazione di accrediti, scambio e conversione tra diverse criptovalute.

Il portafoglio dà la proprietà del saldo Bitcoin all’utente, al titolare; come un conto in banca, indica e riporta il “saldo” dei Bitcoin di proprietà dell’utente.

Per le valute aventi corso legali (Euro, dollari, ecc) , le banche fungono da intermediari per tutte le transazioni, che sono registrate in un registro privato.

Il Bitcoin, invece, ha un registro pubblico condiviso noto come blockchain (in italiano catena di blocchi), che elimina la necessità di una terza parte fidata; tutte le transazioni confermate vengono registrate sulla catena di blocchi ed è la stessa catena a validare la transazione e a garantire la correttezza della medesima .

E’ pertanto la catena, la blockchain, ad avere validità di “libro mastro”; è disponibile per tutti (chiave pubblica) e consente a chiunque di verificare se i Bitcoin sono effettivamente di proprietà di chi li spende.

L’integrità e l’ordine cronologico della blockchain vengono preservati utilizzando la crittografia; la blockchain non può essere corrotta .

Come comprare Bitcoin con i wallet

Per Wallet Bitcoin s’intende  pertanto il portamonete dove riponiamo la criptovaluta. Fondamentalmente un Wallet funziona come un portafoglio che usiamo nella vita reale con banconote dollari euro o altre monete reali.

In definitiva comunque questo significa che sarà necessario crearsi un conto Wallet che servirà per poter operare con estrema sicurezza e senza rischiare niente, anche perché sarebbe sciocco illudersi di poter acquistare Bitcoin senza avere un portafoglio dove lasciarli.

Sono moltissime le applicazioni che permettono all’utente di creare un proprio account. Le scelte sono tante ed ogni utente può trovare quella migliore per le sue esigenze. Crearlo è relativamente facile, ma per chi non mastica la materia, è consigliabile l’affiancamento di un professionista esperto.

Nel momento in cui poi si sarà effettuata la registrazione bisognerà in primo luogo accettare le condizioni d’uso , valutare che la giurisdizione applicabile non sia in contrasto con la normativa Italiana; dopo aver scaricato e installato il programma scelto importantissima sarà la fase d’inserimento delle impostazioni di sicurezza e, sarà consigliabile, optare per autenticazione a fattori multipli

Come comprare Bitcoin sugli exchange

A questo punto ci sarà la seconda fase;  ossia l’acquisto di Bitcoin e per riempire il portafoglio.

Per fare ciò bisognerà usare uno degli Exchange disponibili.

Questi ultimi funzionano  più o meno come la “Borsa  valori” ; sono il posto “virtuale” dove domanda e offerta si incontrano.

Se l’obiettivo è comprare Bitcoin, bisogna cercare un venditore con il quale accordarsi (attenzione…il programma lo farà per Voi…. )

E’ più che mai opportuno scegliere exchange di comprovata serietà, perché alcuni  si sono rivelati delle vere e proprie truffe ed hanno lasciato i malcapitati senza alcuna tutale giuridica.

Come dichiarare al fisco eventuali profitti

Ecco una questione  alla quale ancora non c’è risposta univoca; la tecnologia della blockchain, che sta alla base del Bitcoin, è già stata introdotta  e trattata nel nostro ordinamento (nell’articolo 8-ter del D.L. 14 dicembre 2018, n. 135, convertito in legge con L. 11 febbraio 2019, n. 12 difatti  avente ad oggetto le Tecnologie basate su registri distribuiti e smart contract)  ma molto è ancora rimesso alla libera valutazione dei consulenti

Ma allora le transazioni in Bitcoin non sono illecite

Assolutamente no, non sono affatto illecite!

Il Bitcoin è una valuta digitale che può essere lecitamente scambiata da due soggetti.

Al pari di ogni altra valuta- quale ad esempio il dollaro oppure l’Euro- il Bitcoin potrà essere anch’esso utilizzato per concludere affari illeciti; ma è l’affare in sé ad essere illecito e non certo diviene tale a causa della valuta utilizzata per il pagamento.

E così della refurtiva può essere acquistata con Dollari e/o Euro, oppure con Bitcoin; è l’acquisto della refurtiva a costituire l’illecito (ricettazione) e non la moneta utilizzata per il pagamento.

Certamente l’utilizzo di criptovalute rende molto più difficile risalire all’identità dei soggetti coinvolti poiché  non si tratta di un “classico” bonifico bancario o di un assegno per i quali l’Autorità Giudiziaria può imporre alla Banca un ordine di esibizione ed acquisire le generalità dei soggetti coinvolti.

Sicuramente i prossimi interventi legislativi, nazionali e sovranazionali, non mancheranno di trattare questa delicata materia; e ciò farà acquistare ancor più affidabilità alle criptovalute.

Ciò che è sicuro è che stiamo assistendo alla nascita di una nuova Era e l’introduzione delle criptovalute come strumento di utilizzo quotidiano sarà sempre più diffuso.

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