Mesi fa si è rivolta al nostro Studio una cliente per affrontare un piccolo problema di natura condominiale; l’amministratore non si è attivato per risolverlo e gli altri condòmini non sembravano molto interessati ad affrontare una questione che, apparentemente, non li riguardava.
Come spesso avviene, il nostro consiglio professionale è stato quello di tentate la strada del “dialogo e della mediazione”, cercando così di risolvere con un po’ di buon senso e di buona volontà, (nonché in modo assai economico) il problema.
Dopo un paio di tentativi rimasti inascoltati ci siamo trovati costretti a dare avvio a una causa che ha portato conseguenze economiche a carico del Condominio intero ; costi che si sarebbero potuti evitare e che riguarderanno inevitabilmente tutti i condòmini …. ….oggi naturalmente molti più coinvolti di quanto non lo siano stati in passato
Mi viene in mente la storiella della fattoria e della trappola per topi.
Non la conoscete?! Allora, se volete, prendevi due minuti per leggerla.
“…Un giorno, in una fattoria, un topo, guardando dalla propria tana nella parete, vide un contadino e sua moglie che stavano aprendo un pacchetto: restò terrorizzato quando vide che dentro il pacchetto c’era una trappola per topi.
Corse subito per la fattoria per avvisare tutti gli altri anomali:
“C’è una trappola per topi in casa, c’è una trappola per topi in casa!”
La gallina che stava razzolando in cerca di cibo, alzò la testa e disse:
“E che c’entro io con questo? È un tuo problema di topo! ”
Il topo, triste e sconsolato, si allontanò.
Il topo andò dal maiale e gli disse : “C’è una trappola per topi in casa, una trappola!!!” “Scusi, signor topo, – rispose il maiale – non c’è niente che io possa fare, mi resta solamente da sperare bene per lei.”
Il topo, allora, andò dalla mucca, e questa gli disse:
“Per caso, il problema è mio? Penso proprio di no! Vai via …dai …che ho da fare”
Allora il topo, sempre più preoccupato ed abbattuto, ritornò in casa pensando al modo di risolvere quel problema che lo vedeva coinvolto in prima persona e che sembrava non interessare a nessun altro.
Quella notte stessa i sentì un grande rumore, come quello di una trappola che scatta e afferra la sua vittima.
La moglie del contadino corse per vedere cosa fosse successo e nell’oscurità vide che la trappola aveva afferrato per la coda un grosso serpente. Il serpente velenoso non era morto, era solo ferito e non appena la donna si avvicinò la morse compiendo uno scatto fulmineo.
Da quel momento la donna incominciò a stare male; aveva la febbre molto alta e i medici le consigliarono una buona zuppa di brodo.
Il marito allora andò a prendere l’ingrediente principale, la gallina, e fece il brodo per la moglie.
Ma la donna non migliorò e molti parenti, sentita la notizia, andarono a farle visita.
Il contadino fu costretto ad uccidere il maiale per dare da mangiare a tutti i parenti.
La donna finalmente migliorò e ancora più parenti vennero a trovarla congratulandosi per lo scampato pericolo; il marito contentissimo, organizzò una grande festa e dovette uccidere anche la mucca per dare da mangiare a tutta quella gente.
Qual è la morale della storia? tutti gli animali avevano che pensavano di non avere nulla da temere ne rimasero vittime. Solo il topolino si salvò
Perché, quindi, questa storia?
Perché, nel caso che ci ha visti occupati, abbiamo potuto “toccare con mano” (e francamente non è la prima volta!) come un problema irrisolto -che apparentemente riguardava solo la nostra Assistita- si sia rivelato, invece, un problema ben più grande per tutta la comunità (condominiale) della quale la signora fa parte.
Tante volte le persone -ma tante volte anche i professionisti- tendono ad avere una visione troppo limitata e ristretta che non permette loro di guardare oltre il “breve termine” e di valutare con ciò le conseguenze a medio lungo termine
Spesso aiutare a risolvere un problema altrui, adoperarsi attivamente per evitare che una piccola questione possa ingigantirsi, può rivelarsi la migliore strategia (anche giuridica) da adottare.
E così, anche nella soluzione di problemi giuridici ben più complessi, occorre ponderare adeguatamente non solo il risultato e la propria convenienza soggettiva “immediata”, ma anche la possibilità di evitare situazioni conflittuali e contenziosi futuri.
E pertanto – per fare un esempio pratico-, la richiesta di un vicino (che ne ha immediata necessità) di edificare un muro divisorio a cavallo del confine, condividendone costi, potrebbe essere una buona occasione, anche per il confinante, per definire consensualmente i corretti confini tra le proprietà, per prevenire liti future su vedute ed affacci e per collaborare nel reciproco interesse…
Ed ancora; sporgere una querela per un piccolo illecito subìto – oltreché essere un dovere civico (attenzione, non si tratta di un obbligo giuridico) potrebbe aiutare qualcun altro ad evitare di incappare nelle medesima ingiustizia, nella speranza che si possa dare avvio ad un modello “virtuoso” in cui tutte le persona possano fare qualcosa non solo per sé stesse ma anche per aiutare le altre. E così la nostra denuncia potrebbe aiutare qualcun altro; e la denuncia di qualcun altro potrebbe aiutare noi.
E in un Condominio?
Accogliere una richiesta di un condòmino che chiede, ad esempio, di posizionare un’altalena sul verde condominiale, potrebbe rivelarsi scelta saggia anche per quei condomini che oggi hanno i figli già grandi (e che l’altalena non la usano più) ma che potrebbero avere – un domani- dei nipotini che sarebbero ben felici di giocare su quella stessa altalena.
O concedere ad un condòmino il permesso di utilizzare “temporaneamente” una porzione di cortile per parcheggiare un’autovettura potrebbe tornare utile per ottenere medesima concessione qualora, in futuro, fosse qualcun altro ad avere la necessità di soddisfare la stessa esigenza.
Si potrebbe andare avanti per ore a citare situazioni in cui con un po’ di buon senso e un comportamento “collaborativo” si potrebbero soddisfare le esigenze altrui traendone un vantaggio anche per sé stessi.